Relazioni che Fanno Soffrire

Le complicità inconsapevoli nella coppia

Relazioni che fanno Soffrire

Per avvicinarci con una interpretazione psicodinamica alla coppia occorre risalire allo sviluppo psichico di un individuo, agli avvicendamenti ed alle “soluzioni” che la personalità riesce a realizzare nel suo interagire (più o meno consapevole) con gli altri; occorre inoltre cogliere l’evidenza che l’individuo ha esigenza di riconoscersi e che per questo tende a mantenere la sua identità.

Nei conflitti gravi di coppia si evidenzia nella personalità un atteggiamento statico e difensivo rispetto al partner, in questi casi la convinzione del soggetto resta quella di un legame con l’altro che non può cambiare; il partner continua ad essere visto come è apparso in passato e con la stessa similitudine vengono interpretati i suoi gesti, le sue azioni e le sue parole, fino a che inevitabilmente… anche i suoi silenzi andranno a prendere vecchi significati.

Oggi, la realtà che esistano legami che portano disfunzione grave e dolore, coppie che senza questo malessere non riescono a ritrovarsi e che a volte vengono descritte come “coppie perverse” è cosa ormai purtroppo ben nota.

A questo punto occorre inoltre sottolineare una “circolarità” nella comunicazione e nel funzionamento di una coppia stabile che necessariamente ci conducono ad abbandonare il punto di vista univoco, anche se questo si dovesse occupare della vittima: si tratta qui di una analisi di carattere psicodinamico, una analisi delle motivazioni del profondo che sostengono quei particolari modi di essere in due.

A partire dal movimento femminista sono state messe in luce le condizioni di sofferenza della donna e questo ha portato a meglio indagare le violenze presenti tra le mura domestiche e più in particolare le relazioni familiari che si estrinsecano in questi modi, affetti complicati e drammatici che a volte la fantasia di grandi autori della letteratura ha delineato con lucida veridicità. Trame che legano all’altro, anche quando si subisce il maltrattamento ed il dolore, un atteggiamento che appare irrazionale e che fa capo alla violenza ed alla paura ma che in un’ottica psicoanalitica lascia trasparire aspetti che riguardano i propri significati la propria identità.

Per spiegare le ripetitività nelle complicità di coppia ma anche le gravi perversioni tra partner troviamo in psicoanalisi il concetto di collusione. Intraprendere questo modo di vedere la coppia ci porta a sottolineare delle complicità delle relazioni che si mantengono anche anni spesso al di là della consapevolezza.

Così le teorie psicoanalitiche hanno cercato di superare l’approccio al singolo individuo ed hanno studiato e messo a punto dinamiche intersoggettive. La coppia è apparsa in un incastro che va da inconscio a inconscio in un gioco di identificazioni incrociate che ha lo scopo di conservare e preservare le illusioni e l’identità dei partner e della famiglia; un equilibrio che si irrigidisce; così la soggettività di ciascuno viene mortificata e negata.

La ripetitività che emerge nella coppia può rappresentare il segnale, il sintomo di un disagio che non sarà sempre possibile risolvere in due.

La richiesta di consulenza risulta a volte difficile da sbrogliare, visto che la complessità della relazione resta oscura ai partner; come abbiamo detto il legame si realizza attraverso incastri inconsci che intrecciano vecchio e nuovo e le relazioni del passato investono anche quelle attuali.

Nelle nuove generazioni quel pensiero “mordi e fuggi” e la difficoltà nel perseguire un impegno faticoso e continuativo possono aggiungere difficoltà alla cura.

Narcisismo e relazione di coppia

Intendiamo qui per Narcisismo (vedi area dedicata) un tipo di personalità, vale a dire un modo stabile di considerare ed interpretare gli altri. Sono stati chiamati “overt” e “covert” ma entrambi mostrano difficoltà nella identità e gravi carenze nella regolazione della autostima.

Si tratta di persone che affrontano in modi diversi le relazioni: i primi si difendono diventando arroganti e aggressivi, negando in sostanza il bisogno che hanno degli altri; i secondi sviluppano preoccupazioni costanti, si prefigurano e temono possibili offese e nella loro fragilità tendono a ritirarsi.

Entrambi hanno il timore che l’altro si avvicini e non si preoccupano di preservarlo, di non distruggerlo. Centrale in queste personalità appare la difficoltà di amare in un modo sano, di sviluppare sentimenti positivi di affetto, di gratitudine o anche solo rimorso… incapactà ” di prendersi cura”.

A volte sono stati bambini che si sono difesi da genitori che non li vedevano; altre volte si evidenzia che i loro stessi genitori li “usavano” trattandoli come una estensione di sé , necessari a volte per mantenere l’equilibrio emotivo disturbato dell’adulto da cui dipendevano.

Nei casi gravi, uno dei temi fondamentali riguarda la rabbia ed il bisogno di distruggere in modo sadico o sfruttare, dall’altra parte troveremo partner che non riescono a difendersi, che si identificano prevalentemente nel dare e nel perdonare, che tendono a giustificare per un numero di volte infinito.