Disturbi Alimentari

Alcune spiegazioni per comprendere e differenziare i disturbi del comportamento alimentare

Disturbi Alimentari
Si intendono per disturbi alimentari la anoressia nervosa, la bulimia nervosa ed alcuni disturbi atipici.

Inoltre…
in questo momento l’obesità è il vero problema alimentare nella civiltà occidentale, si tratta di un problema che investirà il mondo in maniera dilagante, sarà inoltre un problema del futuro, qui l’Italia occupa già uno dei primi posti nel mondo.
Il problema obesità è più grave della malnutrizione e nei centri urbani raggiunge punte che toccano a volte più di un abitante ogni tre.
La cura della obesità si dovrà fondare su un cambiamento stabile dello stile di vita toccando gli stili relazionali, familiari e sociali delle persone, si tratta quindi di un problema psicologico! certamente in sinergia con la dietoterapia che utilizzata al di fuori di un progetto ha prodotto a volte nel lungo tempo anche l’aumento della obesità.

Per riprendere il discorso abbiamo due tipi di anoressia e due tipi di bulimia: anoressia con crisi bulimiche, anoressia senza crisi bulimia, bulimia con svuotamento, bulimia senza svuotamento; molte anoressiche diventano bulimiche dopo qualche anno.
Dagli anni trenta al cinquanta l’incidenza della anoressia è aumentata di quattro volte, dagli anni cinquanta al settanta questa è decuplicata mentre dal 1970 il fenomeno risulta piuttosto stabile.

Le prime due descrizioni di anoressiche risalgono al medico inglese R. Morton, questo descrive nel 1689 due casi di malattia da lui nominata “tisi nervosa”. Secondo questo medico le cause del disagio non erano attribuibili a tematiche di ordine biologico o fisico (nei suoi casi clinici si trattava di una femmina e di un maschio entrambi adolescenti) e per la prima volta si iniziava a sottolineare la indipendenza da fattori neurologici nell’emergere della malattia.
Nell’ottocento si comincia a parlare di anorexia ma mai nella descrizione dei casi vengono citati disagi relativi all’immagine del corpo o alla vergogna provata in relazione a parti del proprio corpo, rapporto che sarà sottolineato solo in seguito.
Nel 1903 Janet sul suo trattato cita la Psicoastenia avvicinando il concetto di ossessione, descrive infatti nel suo caso clinico “Nadia” l’ossessione e la vergogna del corpo ed è questa la prima volta che si connette la mancanza di appetito con l’immagine.
In seguito Wulff (1932) cita in un suo articolo il “disgusto del corpo”.
Intorno agli anni quaranta Binswanger pubblica una storia clinica drammatica descrivendo un rifiuto del proprio corpo con sintomi iniziali di vomito e disturbi alimentari culminato poi con il suicidio. Come accennato nella breve considerazione statistica è molto probabile che i casi fino al 900 siano effettivamente stati pochi.

Dal 1980 il disturbo relativo alla immagine del proprio corpo ed ai vissuti di rifiuto che il paziente può sperimentare diventa un sintomo indipendente dalla diagnosi di anoressia e viene chiamato dismorfofobia, vale a dire essere portatori di una deformità o anomalia che gli altri non vedano e che non riscontrano oggettivamente.

Focalizzando brevemente possiamo indicare:

Per anoressia nervosa:

  • paura morbosa di ingrassare
  • perdita di peso
  • interruzione del ciclo (da almeno tre mesi)

Per i maschi abbiamo la stessa insufficienza relativa alla assenza di ciclo nelle donne e per questa ragione il medico consiglierà ove indicato l’esame del testosterone in particolare se si notano associati ai disturbi del comportamento alimentare impotenza e scomparsa del desiderio sessuale.

Per bulimia nervosa:

  • paura di ingrassare
  • abbuffate compulsive
  • pratiche compensative quali vomiti, digiuni, attività fisica forzata ecc.
  • Immagine negativa del proprio corpo

L’anoressia può rappresentare nel teatro del corpo una regressione alla pre-sessualità e da un punto di vista concreto è comunque una menopausa precoce, si perdono tessuto osseo e capelli, la pelle invecchia e i danni non sono facili da recuperare. In una anoressia a insorgenza precoce può non comparire il primo ciclo, in rari casi la anoressia è stata diagnosticata anche dai sette anni.

Continuiamo ad approfondire il tema delle condotte alimentari disturbate legate a problemi relativi all’immagine immagine del proprio corpo.

La diagnosi specifica dismorfofobia nasce nel 1886 (Morselli) e va sottolineato che non è comunque una fobia – vale a dire un forte timore per un oggetto esterno che deve essere evitato perché scatena angoscia – ma una risulta più vicina ad una ossessione, a volte sono presenti anche aspetti di delirio: c’è un pensiero mentale che si ripropone continuamente, esempio il pensiero del naso, delle orecchie, o altri che assillano la mente; si associano diversi rituali di controllo, quali guardarsi allo specchio, ma non solo. In alcuni casi la imperfezione diventa certa per la persona che soffre e questa si convince di avere il difetto che ha in mente pensando che le persone guardino proprio quello, qui potremmo parlare di delirio.

Da quanto esposto notiamo che prima di essere disturbi della alimentazione questi disagi sono disturbi della immagine del corpo.

L’immagine del corpo è la rappresentazione che ciascuno di noi ha del suo corpo, si tratta di un concetto complesso al quale concorrono dati percettivi ma anche e soprattutto aspetti affettivi e relazionali, si tratta di una immagine che possiamo definire intra-psichica e intra-personale.
Una preoccupazione costante ed un malessere durevole nei confronti del proprio corpo è sempre presente nei vissuti di chi presenta disturbi della alimentazione, fanno eccezione soltanto alcuni casi di obesità.
Possiamo notare che alcuni anoressici tentano di sfuggire al problema di piacere agli altri “dandosi un compito” ed eseguendolo alla perfezione.

Nel tempo sono state messe a punto tecniche specifiche per misurare con test i disturbi della distorsione percettiva rispetto al proprio corpo e cogliere la discrepanza tra la realtà del nostro corpo e l’ideale che ne abbiamo, inventari della immagine del corpo e verifiche di eventuali sentimenti di estraneazione.

Importante:

Tutte le informazioni fin qui indicate sono utili per aumentare la conoscenza e la sensibilità delle persone riguardo ai disturbi alimentari ma non riguardano scopi diagnostici o autodiagnostici, la raccomandazione è quella di rivolgersi subito al proprio medico di base che potrà ben consigliare a riguardo.