Problemi Adolescenziali

Il colloquio con l'adolescente per una consapevolezza del genitore o del giovane utente

Problemi Adolescenziali
Vorreste capire quale è l’intervento psicologico nel momento in cui al professionista viene posta una domanda che può variare per quanto concerne la committenza…

Infatti, possono fare la richiesta il genitore preoccupato, la scuola, l’adolescente stesso o altre figure.

Di seguito proverò ad illustrare alcuni spetti del colloquio clinico con gli adolescenti in varie aree di indagine quali ad esempio i comportamenti, i vissuti, le fantasie, il delicato tema della sessualità, tutti aspetti che i giovani sperimentano e sui quali sono in grado di riferire nel momento in cui trovano un contesto accogliente e sufficientemte empatico.

Gli scopi del colloquio psicologico possono essere orientativi, diagnostici, di sostegno, terapeutici riferiti questi ultimi all’adolescente stesso o alla famiglia, a volte ai disagi anche “ereditati” dalle famiglie di origine (dei nonni o bisnonni) in una linea generazionale quando questi incidono negativamente nel “qui ed ora” delle relazioni presenti nella vita del giovane.

Mi interessa presentare quali possono essere l’ambiente e le tecniche che agevolano una esplorazione dei temi e dei vissuti di cui ho detto, ma soprattutto mi interessa evidenziare che c’è un collegamento continuo nella mente dello psicologo tra bagaglio di conoscenze che possiede ed esperienza diretta col giovane o col gruppo di adolescenti; per questo è infondato pensare che un intervento anche se sembra riguardare le sole parole possa essere una semplice “chiacchierata”.

Il discorso che affrontiamo, pur orientato nell’ambito psicodiagnostico, vorrebbe spiegare come possono aumentare spazi di consapevolezza e di esperienze che tendono ad ampliare e rivedere i codici emozionali presenti nella mente di un soggetto.

La possibilità di congiungere alcuni orientamenti teorici ad una buona e consolidata prassi ha introdotto una lunga riflessione sull’interdipendenza complessa che i due momenti (teorico e pratico) implicano, e non ultimo introduce la costatazione della necessità di mettere in campo capacità creative che vadano a sintetizzare io due aspetti nelle loro eventuali incongruenze.

A me sembra importante ricordare che il sapere psicologico dovrebbe essere svincolato da una vecchia impostazione psicopatologica; per questo penso siano da ricercare obietivi sempre aggiornati, aderenti alle ricerche ed inoltre adeguati ad una domanda sempre più diversificata.

Il colloquio concreto con l’adolescente – ed il setting organizzato per realizzarlo – si trovano ad essere al crocevia tra la teoria presente nella mente dello psicologo e tutta una serie esigenze del contesto e magari di urgenze che nascono dall’impatto concreto con tra giovane adolescente e psicologo, tra menti quindi, un incontro che si snoda dal profondo e tocca molte emozioni.

il giovane porta le sue domande ma porta anche la sua famiglia, la sua cultura e molte aspettative… allo psicologo toccherà ridefinire, dire cosa a suo parere si potrà raggiungere, un compito di chiarimento concretizza quindi l’inizio del percorso.