Lutto e Depressione

Lutto e Depressione
Affrontare un lutto rappresenta una esperienza complessa, la perdita di una persona amata o cara risulta una delle esperienze più devastanti della vita, la depressione e la sofferenza che ne conseguono possono portare la sensazione che insieme al nostro defunto sia andata anche una parte di noi e della nostra vita, del senso di identità avvertito in precedenza; possiamo sentirci impotenti, soli, portare il peso della tristezza, provare vissuti depressivi fino a sentirci inconsolabili; sentimenti forti che entro imiti temporali brevi possono essere considerati normali. Nei casi in cui lo stato descritto si protrae a lungo e supera il tempo ragionevole di elaborazione (possiamo orientativamente considerare il massimo di un anno), potremmo essere in presenta di forme patologiche per cui sarà importante rivolgersi ad uno specialista. Sia nei casi di elaborazione spontanea che nelle situazioni che sfumano verso un interesse diagnostico, il lavoro psichico richiede il confronto con i vissuti difficili ed in particolare con la rabbia; solo accettare la perdita infatti, conduce alla riconciliazione con se stessi che può gradualmente colmare i vuoti, le domande, può concedere tregua alle ansie ed al senso di colpa virando verso la ripresa della vita piuttosto che verso la chiusura e l’isolamento sociale.

A volte, il contesto sociale risulta un fattore protettivo potente, quando chi si trova vicino riesce a comunicare vicinanza ed empatia, quando chi subisce la perdita riesce ad esprimere e condividere le proprie emozioni, la sofferenza iniziale può trasformarsi spontaneamente e subire una elaborazione; si tratta inoltre di un momento importante per lo sviluppo esistenziale dell’individuo e per riorganizzare un contatto con la vita maggiormente centrato sulle proprie verità e sui desideri personali.

Una considerazione merita il fatto che quando si presenta un lutto, ed in particolare nei lutti improvvisi che possono rappresentare a volte un vero e proprio trauma, ciascun membro della famiglia dovrà rivedere i suoi compiti; in questa riorganizzazione può accadere che a livello individuale vadano perse alcune potenzialità; può succedere che le aspettative precedenti siano abbandonate, dovendo alcuni dei membri per una sorta di accordo tacito, produrre azioni compensatorie rispetto ai compiti ed ai vuoti emozionali dei familiari specie in presenza di figli minori; soluzioni che si profilano nei primi momenti del lutto familiare, che porteranno alcuni piuttosto che altri a consolare, proteggere, pianificare.

Questa ultima osservazione dovrebbe farci riflettere su “chi” può essere danneggiato dalla perdita e soprattutto sul fatto che chi esprime il dolore in modo visibile è portatore del lutto insieme agli altri membri della famiglia che ne sono in ogni caso coinvolti profondamente in vari modi anche nascosti.

I sintomi di una depressione sono diversi e vanno da reazioni emotive quali tristezza, pessimismo, crisi di pianto improvviso, stati di ansia, angoscia, pessimismo, credenze irrazionali; possono presentarsi disturbi psicosomatici o reazioni di malessere fisico quali disturbi del sonno, affaticamento, indolenza, scarso appetito, apatia, disinteresse per il proprio corpo e per gli impegni lavorativi, disturbi della concentrazione, a volte può essere presente il timore di portare una sofferenza che contagia, sensazione che va a ridurre le possibilità di investire nelle relazioni.

Un capitolo importante riguarda la rabbia che si associa a volte alla sensazione di ingiustizia, si tratta di reazioni alla perdita che possono mantenersi nel tempo anche a causa della difficoltà a comunicare i vissuti e al senso di colpa che mette dura prova l’autostima; la rabbia quando si presenta in modo massiccio può implodere o essere direzionata su relazioni esterne causando inoltre altri timori, preoccupazione ed ansia; i familiari possono essere avvertiti come poco sensibili, incapaci di comprendere il dolore che si prova, fino ad essere considerati responsabili, sensazione che può raggiungere comportamenti aggressivi o lesivi del rapporto.

Anche in questo caso possiamo orientarci tenendo in considerazione lo scorrere del tempo e la presenza di immobilità nella situazione connotano la presenza di aspetti di interesse clinico; in generale, la difficoltà di accettare l’evento non rappresenta necessariamente una patologia ma il perdurare di comportamenti ed abitudini legate alla persona scomparsa, il portare avanti cose non più necessarie, il fatto di lasciare immutati come “congelati” ambienti, luoghi, oggetti, può essere un segnale di aver smarrito la capacità di far fronte in modo sano alla perdita.

Hanno inoltre valore di lutto anche eventi che non sono collegati alla morte di una persona cara.

Intendiamo che possono produrre reazioni depressive anche tutta una serie di altri eventi; tra questi abbiamo i problemi di salute propri o di un a persona cara,   la fine di un lavoro anche se prevista o la perdita improvvisa del proprio lavoro, l’abbandono di luoghi , la separazione coniugale, la separazione geografica da relazioni ed ambienti sociali che consegue a trasferimenti abitativi (molto importante considerare le ripercussioni nei figli pre-adolescenti e adolescenti), la fine di un impegno a cui si è legati e che si considera importante, la nascita di un figlio quando lo stato di salute del bambino presenta situazioni difficili o inaspettate, la separazione dal coniuge, la perdita di un ruolo sociale, il momento di pensionamento, la sospensione di attività di svago a causa di impegni inconciliabili che costringono a restare centrati solo su “doveri”, le difficoltà nei rapporti familiari anche con figli adolescenti.

Un sostegno terapeutico aiuta a dipanare i sentimenti complessi, aiuta a non sentirsi soli e soprattutto quando si ha la responsabilità di restare a capo della famiglia consente quel margine di elaborazione del dolore e di riflessione augurabile per continuare il cammino con un minor numero di ripercussioni; può essere utile a ritrovare un equilibrio dopo la perdita riprendendo il normale corso delle cose.

Un capitolo importante si apre con la forma particolare di depressione legata al parto, un disturbo che può presentarsi dai primi giorni che seguono la nascita del figlio, confusione iniziale a volte ma in qualche caso vera e propria depressione.

Tra le cause che concorrono oltre ai cambiamenti ormonali appaiono importanti i fattori psicologici legati alla possibilità di accettare i cambiamenti e gli eventi successivi al parto, al timore per le conseguenze lavorative, economiche o per il nuovo impegno con il suo peso di responsabilità. Ai sintomi citati nella sezione dedicata al lutto si aggiungono cambiamenti di umore improvvisi, preoccupazione o rabbia nel rapporto con il figlio, disinteresse per la creatura, paura di danneggiare se stessa, paura di far male al bambino e possono presentarsi nei casi più gravi allucinazione, paranoia, tendenze suicide o omicide nei confronti del bambino. Anche in questi casi l’intervento di uno specialista può accompagnare un esordio che potrebbe rimettersi nel giro di pochi giorni ma anche perdurare, portando squilibri nella persona e ripercussioni gravi sulla coppia coniugale e sulla famiglia.