Terapia di Coppia

Terapia di Coppia
Quando scegliamo un partner, in qualsiasi momento della nostra vita entrano in gioco le dinamiche del profondo, la scelta quindi ha motivazioni che si esprimono a diversi livelli e con lo stesso sguardo è possibile cogliere il proseguo della relazione.
Ad un certo punto qualcosa non va e i sintomi possono esser legati all’area affettiva, alla sessualità oppure essere legati a quadri diagnostici che hanno una ricaduta nella relazione con l’altro, ad esempio disturbi dell’umore, ansia, comportamenti ossessivi; a volte anche le preoccupazioni per i figli nascondono disagio nella coppia.
I temi iniziali quando ci si rivolge allo psicologo o allo psicoterapeuta di coppia, possono riguardare la quotidianità, quello che accade nella convivenza, nella gestione dei figli, i legami con i parenti prossimi ed è a seconda della complessità che si presenta, della presenza o meno di un legame patologico (vedi più avanti nello scritto “collusione”) che si parlerà di consulenza o di psicoterapia.

La psicoterapia di coppia va ad analizzare quei processi interni, studia la logica di quelle costruzioni, dal matrimonio fino alla famiglia di origine. Si osserva inoltre il modello che la coppia ha messo in atto nel qui ed ora e le “figure” che sono intervenute nella relazione, ad esempio madre/bambino, vittima/carnefice, malato/crocerossina, qui ci potrebbe essere di aiuto il bel titolo “Io ti salverò”.
A questo punto la domanda diventa: come dovrebbe essere una coppia sana? Ci sono persone che pensano molto al lavoro, coppie basate sulla presenza dei figli, uomini e donne che lasciano che la passione abbia un peso eccessivo nella loro vita, una valutazione che inoltre tiene conto dei cambiamenti che stanno emergendo nella nostro cultura… ma alcune di queste relazioni di coppia raggiungono un equilibrio soddisfacente, altre virano verso conflitti anomali e generano sofferenza e dolore.

Anche nel silenzio il malessere può essere profondo

Nel lavoro clinico mi è capitato di trovare persone convinte che non avendo mai mostrato ai figli questi dolori li avessero in qualche modo salvati, preservati. Invece si nota che il non detto, le disfunzioni o il dolore che pur si tengono dietro le quinte, sono potenti inconsciamente entrando come rebus nella mente dei figli.
L’indicazione terapeutica diventa quella di occuparsi dei problemi, di non trascurarli perché sono possibili delle soluzioni.
Le tematiche che si affrontano nel lavoro si rivolgono in particolare ai momenti importanti della storia dei partner e della coppia e tra questi lutti, nascita di figli, tradimento, cambiamenti nel lavoro, malattie di un congiunto; saranno la sensibilità della coppia e del clinico a portare in primo piano le cose più importanti, questo sia se si parla di sostegno che nel caso di psicoterapia di coppia.

Ci si può rivolgere al terapeuta anche nei casi di separazione ed anche quando la decisione è consensuale, questo per favorire l’elaborazione della perdita ed agevolare scelte proficue che rispettino inoltre i bisogni dei figli.

In genere il trattamento prevede un numero di incontri prefissato e la durata varia da un’ora al massimo di un’ora e mezza con cadenza spesso quindicinale. Nel momento in cui dovesse essere necessario introdurre incontri individuali questi si concordano con a coppia e si introducono in parallelo.

Approfondiamo i meccanismi di coppia

Lo studio delle relazioni che si costituiscono all’interno della coppia mostra a volta delle modalità ripetitive che i partner usano per di mettersi in relazione tra loro che vengono indicati con il termine collusione.

Si tratta di aspetti negativi che caratterizzano da una parte la proposta inconscia di uno dei partner e dall’altra vengono raccolti dalla risposta dell’altro: dinamiche che si “incrociano” nella relazione a due.

Quando si innescano queste sequenze di interazioni queste si avviano automaticamente e nessuno dei due partner pensa di essere colui che ha determinato lo stato di malessere; accade infatti che da un punto di vista della interazione cosciente ciascuno vorrebbe evitare cose spiacevoli e vivere tranquillo. L’incontro di coppia però riattiva qualcosa, percepito come sentimento, fantasia, impulso che immancabilmente porta alla sequenza negativa e questa alla lunga disturba e distrugge il rapporto.

Da un punto di vista teorico si ipotizza che ciascuno dei partner abbia delle aspettative inconsapevoli sull’altro.

Alcuni autori suggeriscono che vi sia da ambo le parti la attesa di una sorta di riparazione di cui l’altro dovrebbe farsi carico; così ciascuno si trova a dover restaurare aspetti danneggiati dell’altro, aspetti inconsci e complessi visto che l’individuo stesso non riesce ad occuparsene.

Concretamente si pensa ad un riattualizzarsi di delusioni, vissuti traumatici, sofferenze, un contenuto che viene affidato al partner e che avvia aspettative di cambiamento ma che nello stesso tempo – proprio perché rievoca vecchie sensazioni insostenibili – mobilita difese nel timore che si sperimentino nuovi dolori.

La collusione indica questa organizzazione difensiva messa in atto a due (Dicks, 1967; Kernberg 1995) vale a dire coinvolgendo due figure che partecipano al suggerimento inconscio tendendo a mantenere stasi ed immobilità, in questo modo anche le delusioni permangono.

Individuare e comprendere queste difese porta progressivamente ad occuparsene in modo nuovo ed efficace ai fini del cambiamento ed è compito della terapia di coppia che insieme ai partner (i quali in questo caso sono chiamati a lavorare attivamente con lo psicologo),agevola la comprensione e la riorganizzazione della relazione a due.